La partecipazione di Assarmatori alla seconda edizione dello Shipping, Transport & Intermodal Forum di Rapallo, organizzato da Telenord e dal The International Propeller Club – Port of Genoa, è iniziata con l’intervento del Vice Segretario Generale Giovanni Consoli nel panel “Shipping, competitività e sostenibilità. La spinta digitale e il contributo della chimica in uno scenario globale profondamente cambiato”. Consoli si è soffermato sulle strategie che possono portare più competitività al trasporto marittimo, a partire dalla necessaria opera di semplificazione e digitalizzazione contenuta all’interno del DDL Malan per arrivare al necessario ruolo di coordinamento dell’azione amministrativa nel settore, ruolo che può essere assunto dal CIPOM e, di conseguenza, dall’attuazione del Piano del Mare recentemente varato.

L’Associazione è intervenuta anche nel panel “Le nuove navi, la cantieristica impegnata su più fronti. La collaborazione con le Compagnie di Navigazione e con le Associazioni Armatoriali” con il Segretario Generale Alberto Rossi. L’occasione giusta per ricordare le norme che cambiano il paradigma del trasporto e che rischiano di mettere a repentaglio soprattutto i servizi di prossimità e di turismo nei confronti della maggiore popolazione insulare europea, quella italiana. “Stiamo facendo sforzi importanti in questo senso – ha detto Rossi – I filoni sono sostanzialmente tre. Il primo è l’ETS, per il quale dobbiamo spendere bene, in ottica decarbonizzazione, i fondi che saranno generati; quindi la FUEL EU, che ha un calendario irrealizzabile per la riduzione delle componenti tossiche dei carburanti fossili; infine l’AFIR: entro fine anno dobbiamo comunicare all’UE il nostro piano per l’infrastrutturazione necessaria per i carburanti alternativi, ma non sappiamo quale sceglierà il mercato. Un aspetto positivo è la grande consapevolezza del Governo italiano su questi problemi”.

“Gli armatori  – ha continuato Rossi – sono abituati a lavorare in un ambiente estremamente regolato e, di conseguenza, occorre che l’area portuale sia altrettanto regolata e armonizzata. Non ci possono essere regole distinte a seconda della latitudine e della longitudine di uno scalo. La sentenza del tribunale dell’UE, già in vigore per quanto di primo grado, ci dice quali sono le regole del gioco. Le AdSP, quando esercitano prerogative di messa a disposizione di aree e banchine esercitano attività di impresa: questo deve essere il punto di partenza nella definizione del modello di portualità. Un modello che può essere italiano, con un ente centrale che abbia giurisdizione sugli uffici delle AdSP, evitando 16 politiche portuali differenti che poi si riverberano in modo assolutamente pregiudizievole anche sulla logistica”.

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