Tre miliardi per le opere strategiche concentrate sui porti di Genova e Savona-Vado e sul nodo logistico, ferroviario e autostradale. Il tutto sarà completato nel 2026. Alla sua prima uscita pubblica a Lugano, Paolo Piacenza, il commissario chiamato alla guida dell’Autorità di Sistema Portuale degli scali di Genova e Savona posa una pietra miliare, pesantissima, sullo scenario logistico e trasportistico dell’intera area del Nord Ovest italiano e, in prospettiva, del centro Europa. Nuova diga di Genova e nuova diga di Savona-Vado, Terzo valico ferroviario fra Genova e Milano, nodo ferroviario di Genova, nuova autostrada destinata ad aggirare uno dei punti roventi del congestionamento nel traffico autostradale.

Ma questo sforzo, di magnitudo senza precedenti, sarà sufficiente per fare di Genova e Savona uno dei punti di concentrazione del traffico container a livello europeo? Secondo Juan Pablo Richards, Managing Director di Hapag-Lloyd per il Sud Europa e Giuseppe Prudente, Chief Logistic Officer di MSC. La risposta a questo interrogativo è positiva. A condizione di lavorare tutti insieme per migliorare non solo la parte a mare del sistema logistica, ma anche per compiere le scelte più efficienti sul fronte terra, e in particolare sulla disponibilità di treni in grado di smistare rapidamente i container.

Se è vero – come sottolineato da Fabio Regazzi, Presidente delle piccole e medie industrie svizzere – che il gap nei costi fra un utilizzo dei porti del Nord Europa e quelli del Sud Europa, rappresenta ancora un condizionamento pesante anche nelle scelte di trasporto dell’industria svizzera (alle prese anche con la resistenza del governo federale a investire nel completamento a sud di Alptransit sulla tratta Lugano-confine), la chiave di lettura per fronteggiare un mercato che comunque determina le scelte, non può prescindere da una grande concretezza negli interventi che consentano il raggiungimento di risultati operativi.

Una grande fiducia su questo sviluppo del fronte sud della logistica europea è stato espresso da Stefano Messina, Presidente di Assarmatori, che ha focalizzato il suo intervento sulle dinamiche del mercato e su cambiamenti che oggi si concretizzano in tempi brevissimi; fiducia e concretezza hanno caratterizzato anche le dichiarazioni di Massimiliano Cozzani, Marketing & Sales Senior Manager di PSA, l’operatore che gestisce il terminal di Genova-Prà e che in queste settimane sta sperimentando un collegamento ferroviario con Stoccarda, dopo aver consolidato quello con Basilea. Collegamenti che segnano una forte inversione di tendenza rispetto a un passato in cui l’Italia era solo territorio di conquista dei porti nord europei e delle ferrovie tedesche.

 

***

Nestlè interessata a operare nel porto di Savona-Vado

La notizia è trapelata nel corso dell’ultima tavola rotonda del convegno Un Mare di Svizzera che si è concluso oggi a Lugano.

Secondo quanto riportato dal vice presidente della Fondazione Slala, Gerardo Ghigliotto, l’attenzione della multinazionale si sarebbe accentrata sul silo per il caffè che è stato realizzato nello scalo ligure dal Gruppo Pacorini e che per Nestlè potrebbe diventare a breve un’alternativa rispetto ai porti del Nord Europa.

Durante il confronto su retroporti, centri merce e terre di mezzo, Ignazio Messina ha sottolineato come siano pochissimi i gruppi che investono nel settore intermodale muovendo dal settore marittimo e che quindi quello della verticalizzazione ovvero dell’acquisizione del controllo dell’intera catena del trasporto sia un falso problema. Per Alessandro Santi, presidente di Federagenti, gli ultimi anni e gli ultimi mesi stanno dimostrando che proprio gli equilibri del mercato logistico sono tutt’altro che stabili e sono destinati a mutare continuamente. Ciò obbliga – come confermato anche da Beni Kunz di Hupac – a una costante rivisitazione degli equilibri e quindi a una revisione costante delle strategie.

Tema caldo, parlando di armonizzazione e fluidificazione dei traffici fra Italia e Svizzera, quello dell’armonizzazione e del dialogo fra le due Dogane, precondizioni per rendere davvero competitivi i transit time dei porti del sud irrompendo su abitudini consolidate fra gli operatori dell’oltre Gottardo abituati a lavorare con la Germania e i porti del nord Europa.

Lascia un commento