La nave portacontainer MSC Marta e il Pattugliatore d’altura Borsini della Marina Militare sono stati protagonisti il 13 giugno scorso di una esercitazione anti pirateria a circa 100 miglia al largo di Monrovia (Liberia); si è trattato della simulazione di un attacco e delle conseguenti azioni di reazione della nave militare italiana per il ripristino delle condizioni di sicurezza.

L’Unità mercantile ha lanciato l’allarme, relativo al tentativo di presa di controllo della MSC Marta da parte di un gruppo di pirati, alla Centrale Operativa Multidominio della Marina Militare situata a Santa Rosa – Roma presso il Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV); a quel punto la nave Borsini, impiegata nelle vicinanze per l’operazione Gabinia, ha serrato le distanze con la portacontainer ed ha inviato a bordo, tramite elicottero, un team di specialisti della Brigata Marina San Marco che ha messo in sicurezza il mercantile prendendone il controllo. L’azione condotta con estremo realismo avrebbe permesso di sventare l’attacco dei pirati, consentendo, dopo la bonifica, la ripresa delle normali operazioni commerciali.

L’esercitazione rientra nel contesto delle attività condotte periodicamente dalla Marina Militare in supporto alle compagnie di armatori e finalizzate alla sicurezza marittima.
In questo caso l’attività si è svolta in collaborazione fra la Marina Militare, la MSC e Assarmatori.

La Marina Militare è infatti in prima linea nello scenario internazionale per garantire la sicurezza marittima e salvaguardare la libertà di navigazione lungo le vitali linee di comunicazione sul mare, soprattutto in contesti particolarmente a rischio, quale è appunto il Golfo di Guinea.

“Questo tipo di esercitazioni non è certo una novità, il rapporto di collaborazione fra CINCNAV, Assarmatori e le compagnie di navigazione che operano nell’area è ormai davvero ad un livello elevato – è il commento dell’Associazione armatoriale – Tali operazioni rivestono una grande importanza per la tutela di chi è a bordo delle navi e del carico su rotte a rischio. Fondamentale in queste attività l’addestramento degli equipaggi e il ruolo svolto dalla Marina Militare italiana, prezioso e insostituibile a protezione anzitutto delle vite umane. Il Golfo di Guinea è una delle aree ritenute più ‘calde’ sotto questo punto di vista, ma anche grazie a questo tipo di attività e alla costante presenza e sorveglianza di queste acque il numero di attacchi nell’ultimo periodo è calato”.

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