Trieste

Nei giorni scorsi, gli ispettori pesca appartenenti al 10° Centro di Controllo Area Pesca di Trieste, dopo mirata attività di indagine finalizzata alla vigilanza sulla filiera della pesca, hanno localizzato un furgone isotermico che trasportava più di 60 chili di ricci di mare (circa 1200 esemplari) privi di documentazione sulla tracciabilità del prodotto.
Oltre a comminare al trasgressore la sanzione amministrativa di 1.500 euro, i militari hanno, altresì, proceduto al sequestro del prodotto ittico restituendolo, a similitudine di analoghe precedenti attività di polizia marittima, all’ambiente marino.
I ricci, infatti, a seguito degli accertamenti sanitari ad opera dei veterinari della competente Asugi di Trieste, risultavano ancora vivi e, pertanto, sono stati subito rigettati in mare, con l’ausilio di uno dei mezzi navali della Guardia Costiera di Trieste.
Continua, dunque, l’attività di controllo sulla filiera della pesca posta in essere a livello regionale da parte dei diversi uffici della Direzione Marittima di Trieste, a testimonianza dell’elevato ed ininterrotto livello di attenzione che la Guardia Costiera costantemente riserva alla salvaguardia della risorsa alieutica.
Ciò, soprattutto in prossimità di alcuni periodi dell’anno in cui notoriamente incrementa il consumo dei prodotti ittici, come quello delle prossime festività pasquali, allo scopo di tutelare gli ecosistemi marini e promuovere una pesca responsabile volta alla conservazione delle risorse ittiche per le generazioni future.

Gioia Tauro

a seguito di una segnalazione pervenuta alla sala Operativa della Capitaneria di porto di Gioia Tauro, inerente la presenza di alcune imbarcazioni intente a pescare con attrezzi non consentiti in prossimità della foce del fiume Mesima, è prontamente intervenuta sui luoghi una pattuglia terrestre della Guardia Costiera gioiese.

Giunti sul luogo indicato, i militari hanno scorto la presenza, a poca distanza dalla costa, di cinque natanti da diporto a motore intenti ad effettuare attività di pesca con attrezzi professionali (reti da posta). Poco dopo veniva, quindi, inviata in zona la motovedetta CP 827. Al sopraggiungere di questa, tuttavia, i predetti natanti iniziavano a fare rotta in direzione sud a velocità sostenuta.

La CP 827, invertita la rotta, dirigeva presso il Porto di Taureana di Palmi e, durante l’inseguimento, rilevava che due dei natanti si avvicinavano alla costa e precisamente verso la località La Quiete di Palmi, ove veniva dirottata la pattuglia terrestre. Qui, tuttavia, i militari non individuavano la presenza di alcun natante, e, pertanto, proseguivano, a supporto dei colleghi, presso il porto di Taureana di Palmi.

I militari, giunti in porto, unitamente ad un’altra pattuglia della dipendente delegazione di Spiaggia di Palmi e ad una volante della Polizia di Stato, individuavano, anche sulla scorta dei rilievi video-fotografici effettuati dal personale della Motovedetta, i suddetti natanti e procedevano alle verifiche del caso. In particolare a bordo di due dei cinque natanti veniva rilevata la presenza di due attrezzi da pesca professionale ancora bagnati (rete da posta – tremaglio) di dimensioni rispettivamente di 150 e di 60 metri nei quali erano ancora impigliati circa 7 kg di pesce di varia specie. I suddetti attrezzi ed il relativo prodotto ittico venivano posti sotto sequestro e presi in consegna dalla Guardia Costiera.

Le successive verifiche portavano all’individuazione dei proprietari dei due natanti fermati, che, convocati presso gli Uffici della Capitaneria di Porto di Gioia Tauro, venivano identificati e nei loro confronti venivano elevati due verbali amministrativi da 1000 a 3000 euro ciascuno. Il pescato, ancora vivo, e dichiarato idoneo al consumo alimentare a cura della competente Autorità Sanitaria, veniva ceduto in beneficienza alla CARITAS DIOCESANA DI OPPIDO MAMERTINA-PALMI.

Nonostante il tentativo di sfuggire ai controlli, pertanto, i militari della Guardia Costiera hanno proceduto a reprimere l’odierno tentativo di pesca illegale anche se, verosimilmente, alcuni degli attrezzi da pesca sono stati occultati per tempo dai proprietari degli altri natanti fermati che, al controllo, sono risultati non detenere alcun attrezzo non consentito a bordo.

I controlli, fanno della Guardia Costiera di Gioia Tauro, proseguiranno nei prossimi giorni per contrastare ogni forma di pesca illegale.

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Un altro intervento nel contrasto al fenomeno della pesca abusiva sotto costa è stato effettuato dai militari della Guardia Costiera di Gioia Tauro, grazie ad una segnalazione telefonica arrivata alla sala operativa da parte della Direzione della Riserva Naturale della Foce del fiume Mesima.

Ricevuta la segnalazione, la Capitaneria di Porto ha inviato la dipendente motovedetta CP 827 verso la foce del fiume Mesima. Giunta sul luogo indicato e precisamente in prossimità del litorale di S. Ferdinando, l’equipaggio dell’unità ha scorto un piccolo natante a motore intento a navigare sotto costa a velocità sostenuta. Il conducente del mezzo, accortosi della presenza della Guardia Costiera, rapidamente si è diretto verso il litorale dove, frettolosamente, ha recuperato il piccolo natante con l’intento di sottrarsi al controllo.

Tuttavia i militari operanti sono riusciti ad accertare e a documentare che lo stesso, successivamente all’alaggio del mezzo, provvedeva allo sbarco di un attrezzo da pesca, del tipo rete da posta.

Poco dopo, una pattuglia da terra in forza al Comando della Capitaneria di porto di Gioia Tauro, nel frattempo inviata sui luoghi, ha provveduto ad identificare il conduttore del natante.

Sono così scattate le dovute verifiche, conclusesi nel porto di Gioia Tauro, dove il responsabile è stato sanzionato e la rete è stata sequestrata prevenendo così un tentativo di pesca illegale di novellame di sarda in un’area di mare, quella appunto prospiciente la foce del Fiume Mesima, per la quale, proprio venerdì scorso in occasione della presentazione della Riserva Naturale da parte del WWF di Vibo Valentia, il Capitano di Fregata Martino Rendina, Comandante della Capitaneria di porto di Gioia Tauro ha posto l’accento sull’importanza, sotto il profilo della deterrenza, del ruolo dell’Ente gestore e del coinvolgimento attivo della collettività, anche nella segnalazione alla Guardia Costiera di ogni forma di aggressione al delicato habitat che caratterizza l’area in modo da proteggere l’ecosistema marino e quello costiero dell’intera area.

 

Torre del Greco

Il personale della Guardia Costiera di Torre del Greco, della Polizia di Stato, Polizia Municipale e Azienda Sanitaria Locale NA-3-SUD, nell’ambito delle attività di vigilanza e controllo a tutela dell’ecosistema marino e delle filiere ittiche ha provveduto ad ispezionare le pescherie e i venditori ambulanti all’interno della zona mercatale nel centro storico di Torre del Greco.

Nel corso dell’attività, è emerso che cinque pescherie ed un venditore ambulante avevano diversi prodotti ittici, quali ad esempio Spigole, Orate, Merluzzi, Salmone, posti in vendita al pubblico privi di etichettatura e senza garantirne la dovuta tracciabilità.

Per tali prodotti i titolari degli esercizi commerciali non sono stati in grado di fornire alcuna informazione idonea a risalire alla provenienza dei medesimi, secondo quanto tassativamente richiesto dalla normativa europea e nazionale vigente e pertanto, in mancanza del requisito fondamentale della tracciabilità, ai fini di tutela dei consumatori, ai predetti operatori venivano elevati sei verbali di contestazione di illecito amministrativo, di euro 1.500 ciascuno, per un totale di euro 9.000, ed il prodotto ittico, circa 200 Kg, veniva sottoposto a sequestro per la successiva distruzione.

Alcuni esemplari, riconosciuti vitali dal competente medico veterinario, quali molluschi, granchi nostrani e lumachine di mare, sono stati restituiti al mare.

Nel corso dell’attività veniva altresì sanzionato dai medici dell’ASL il titolare di un deposito di prodotto ittico per il cattivo stato igienico dello stesso.

L’attività di contrasto alla pesca illegale proseguirà anche nei prossimi giorni per garantire la salvaguardia delle specie ittiche e dell’ecosistema marino, nonché la tracciabilità del prodotto ittico in tutte le fasi della commercializzazione a garanzia del consumatore.

 

Vibo Valentia

Nei giorni precedenti, nell’ambito dei servizi predisposti a tutela della filiera della pesca, la motovedetta CP 733 della Guardia Costiera di Vibo Valentia Marina, con il supporto dei militari della Delegazione di Spiaggia di Amantea, hanno proceduto a sequestrare, nella “zona di tutela biologica” di Amantea, numerosi attrezzi da pesca professionale utilizzati in maniera illegittima, presumibilmente da pescatori privi di regolare licenza di pesca. Tra gli attrezzi sequestrati, due reti del tipo “da posta fissa” e numerose nasse, tutte prive delle targhette identificative che la legislazione comunitaria e nazionale richiede. Oltre ciò, gli attrezzi individuati costituivano un potenziale intralcio alla sicurezza della navigazione ed una minaccia per l’ecosistema marino. In aggiunta al sequestro degli attrezzi da pesca, i militari hanno elevato sanzioni amministrative per un importo totale di mille euro. Le attività di controllo da parte della Guardia Costiera continueranno nei prossimi giorni, sia via terra che via mare, al fine di garantire la sicurezza della navigazione e per prevenire, individuare e contrastare qualunque forma di illegalità che possa pregiudicare in maniera significativa gli stock ittici.

 

Vieste

Nelle scorse settimane, i militari appartenenti a tutti gli Uffici del Circondario Marittimo di Vieste, nell’ambito delle prerogative istituzionali di vigilanza e controllo sul territorio, hanno posto in essere una serie di attività tese a verificare il rispetto della normativa vigente in materia di pesca, nello specifico i “flussi” legati alla tracciabilità del prodotto ittico lungo tutta la filiera e la lotta contro l’abusivismo della pesca.

Nell’ambito della detta attività di contrasto all’abusivo esercizio dell’attività alieutica sono stati sequestrati, in mare lungo la costa del nord Gargano – tra Lesina e Peschici – complessivi 1000 metri di reti a tramaglio da posta e n. 20 nasse per mancanza dei prescritti segnalamenti e indicazioni previsti dalla normativa nazionale, oltretutto, tali strumenti della pesca abusivi costituivano un pericolo per la sicurezza della navigazione.

Nella giornata di ieri, 27 marzo, a seguito di attività di vigilanza e controllo sul territorio, sono stati, inoltre, effettuati controlli a due diversi operatori di distribuzione del settore pesca – nel Comune di Lesina – ai quali sono stati comminati due verbali amministrativi per complessivi 3.000 euro in violazione degli obblighi previsti dalle norme in materia di etichettatura e tracciabilità e sugli obblighi relativi alla informazione al consumatore finale.

La mancanza della prescritta obbligatoria documentazione, inerente partite di prodotti della pesca e dell’acquacoltura, che devono essere rintracciabili in tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione, dalla cattura o raccolta alla vendita al dettaglio, ha portato inoltre al sequestro del detto prodotto ittico, nello specifico 1490 kg di molluschi bivalvi (Chamelea Gallina).

Il prodotto ittico, a seguito di dichiarazione di idoneità al consumo da parte del servizio veterinario della AUSL di Foggia, sarà devoluto in beneficienza ad Enti Caritatevoli del territorio.

La Guardia Costiera, sensibilizzando tutti i consumatori sulla necessità di acquistare sempre prodotto di cui sia certificata l’origine e la qualità, informa che – in considerazione delle imminenti festività Pasquali – l’attività lungo la filiera ittica, a tutela della salute e del consumatore, e la lotta alla pesca illegale proseguiranno anche nei prossimi giorni.