Continua la brillante ascesa dell’Italia nella graduatoria degli Stati con la migliore prestazione del proprio naviglio mercantile nell’area del Memorandum di Parigi del 1982 sul “port State control” (Paris MoU).
Il Memorandum, di cui l’Italia è Paese fondatore, è stato firmato a Parigi il 26 gennaio 1982, e coinvolge, all’attualità, le Amministrazioni marittime di 28 Stati, coprendo i porti e gli ancoraggi dell’Unione Europea e dell’EFTA, nonché del Canada, Montenegro, Federazione Russa (temporaneamente sospesa per i noti eventi della crisi ucraino-russa) e UK.
Ad un anno di distanza dal balzo dal 17° al 10° posto della graduatoria – che misura la performance dello shipping nazionale nella Regione del Paris MoU – l’Italia scala ulteriori 8 posizioni raggiungendo il 2° posto.
La graduatoria è il risultato dell’analisi statistica della performance, in ambito “port State control”, associata a ciascuna delle bandiere le cui navi approdano nei sorgitori dei Paesi aderenti al Paris MoU. Tale strumento di misurazione è utilizzato per identificare, insieme ad ulteriori indicatori, le navi mercantili con le migliori prestazioni, ma anche quelle incubatrici di un maggior rischio in termini di sicurezza della navigazione, prevenzione dell’inquinamento condizioni di vita e di lavoro a bordo degli equipaggi e security ed adottare controlli, nei loro confronti, all’arrivo nei porti della Regione, più frequenti ed estesi.
Meglio nota agli addetti ai lavori come “White-Grey and Black (WGB) List”, essa classifica le Amministrazioni di bandiera sulla base del rapporto tra numero di ispezioni delle proprie navi nell’area della Regione e numero di detenzioni occorse, intendendo queste come provvedimenti di fermo amministrativo emessi nei confronti di una nave, dagli Ispettori degli Stati di approdo in presenza di gravi carenze rilevate durante i controlli.
In tale contesto l’Italia – che già figurava da numerosi anni, nella c.d. “White List” – realizza un superlativo risultato posizionandosi al 2° posto sulla base di un pregevolissimo rapporto tra il rilevante numero di navi ispezionate nel triennio 2020-2022 e l’esiguo numero di detenzioni ricevute nell’arco temporale di riferimento.
Considerevoli le positive ricadute di tale brillante risultato per l’intero sistema Paese marittimo.
Al Paris MoU partecipano Stati europei ed extraeuropei che sommano un rilevante numero di porti e di ispettori: ciò ad enfatizzare la robustezza del dato che è ricavato da controlli provenienti da un amplissimo campione di Stati di approdo.
Enorme beneficio – il posizionamento ai vertici della graduatoria – che si rifletterà anche sull’intero armamento nazionale in termini di ispezioni, nell’area del Paris MoU, più diluite nel tempo e meno invasive ancorché sempre ispirate alla verifica della conformità della nave ai requisiti applicabili delle rilevanti Convenzioni IMO e ILO.
Un risultato che dimostra, inoltre, l’efficacia delle policy adottate dal Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto e delle misure di enforcement poste in essere dal network dei Comandi territoriali – ciò a dire dall’intera Amministrazione dello Stato di bandiera italiano – in uno sforzo congiunto per rafforzare la conformità del naviglio mercantile alle previsioni delle Convenzioni IMO e ILO ratificate dal nostro Paese.
Un valore aggiunto, il risultato conseguito, che rispecchia e proietta nel futuro gli assai positivi esiti della verifica che l’IMO ha condotto, a maggio 2022, per misurare l’efficace attuazione degli obblighi internazionali da parte dell’Italia ciò a dire il contributo che lo Stato realizza rispetto all’obiettivo globale di un ambiente marino solcato da navi più sicure e, dal punto di vista ambientale, più sostenibili.